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Finalmente, dopo molti anni, fra Università, pandemia e una serie di altri problemi personali, sono riuscito ad uscire dall’Italia per una settimana circa. La destinazione? I Paesi Bassi.

In questo articolo vorrei raccontarvi qualche aneddoto, cosa ho visto, cosa mi è piaciuto e quant’altro. Ovviamente il tutto corredato da qualche foto brutta fatta con il mio vecchio OnePlus 5.

AS: Ho scritto questo articolo un po’ di tempo fa, ma siccome sono troppo perfezionista, non mi decido mai di pubblicarlo, ma ora basta, ve lo beccate così come è venuto.

Come ho descritto in un articolo precedente, ho avuto un po’ di problemi di salute a partire da metà luglio, problemi che sembravano risolti, dopo una terapia antibiotica abbinata al cortisone e per metà Agosto mi sento di nuovo bene. Avendo preso le ferie per l’ultima settimana di Agosto, decido di organizzare il viaggio nei Paesi Bassi.

Ecco che finalmente la mente si focalizza sull’organizzazione del viaggio e pregusto il piacere di questo viaggio, da tempo desiderato. Mio fratello ed io decidiamo, ovviamente seguendo i prezzi del mercato di aerei e hotel, di partire martedì 29 agosto e di tornare domenica 3 settembre 2023.

Eindhoven 29 Agosto

Arrivati all’areoporto di Eindhoven iniziamo ad orientarci e raggiungiamo il centro della città. Facciamo un giro alla stazione e capitiamo prima davanti ad un simpatico monumento dedicato al bowling posto in un incrocio stradale enorme e poi a caso finiamo dentro l’Università di Eindhoven… uno shock culturale immediato.

Notiamo la qualità degli edifici e come l’intero campus sia pensato per la vita studentesca: un piccolo paese in sostanza, con ampie aree verdi, alberi, viali alberati, parchi, piste ciclabili, marciapiedi, sentieri, fontane, laghetti, aerei monoposto appesi ai soffitti, macchinari enormi (probabili microscopi elettronici e spettrometri di massa!), dormitori, cucine, edifici in costruzione, passaggi sopraelevati di vetro per passare da un edificio all’altro senza prendere freddo, ciminiere (perchè no?), grattacieli e molto altro! Il mio metro di paragone è l’Università di Pisa da me frequentata, che non offre minimamente un livello paragonabile di strutture. Non posso ovviamente giudicarne il livello degli insegnamenti, ma… parliamo della TU/e ovvero della Eindhoven University of Technology, dove lavorò per un periodo un certo Edsger Dijkstra a caso.

Comunque, il tempo scorreva veloce e noi avevamo un biglietto di cui usufruire per il museo della Philips, azienda nata proprio qui ad Eindhoven e che ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo dell’intera città. Attraversiamo il centro velocemente passando per un mercatino di formaggio olandese, dove scatta subito la voglia di comprarne un bel pezzo, ma sarebbe stato scomodo portarselo appresso, quindi visitiamo il museo, che raccomando a chi dovesse capitare ad Eindhoven. Usciti dal museo, il mercatino si è dileguato e decidiamo di esplorare un altro po’ a casaccio. Decidiamo di fermarci a mangiare e dopo una lunghissima attesa al ristorante, ci saziamo e ripartiamo per raggiungere la stazione.

È tempo di prendere il treno! Compriamo la chipkaart, una tessera smartcard ricaricabile che consente di acquistare un biglietto strusciando la tessera alla partenza ed all’arrivo (altro che check-in di ‘sta fava di Trenitalia!). Sebbene non fosse la cosa più economica da fare, decidiamo di comprarla lo stesso e tenerla come souvenir (e per riutilizzarla in futuro!). I treni per Rotterdam, partono con una frequenza sconcertante, tanto che ci si può permettere di presentarsi alla stazione quando si vuole senza troppe pianificazioni (basta non partire a notte fonda, quando i treni circolano molto di meno). Dopo pochi minuti di attesa, partiamo per Rotterdam e raggiungiamo la famosa città portuale in appena 50 minuti.

Rotterdam 29 Agosto - 1 Settembre

Giunti a Rotterdam di notte, il centro della città appare subito ipermoderno, con grattacieli piuttosto alti (specialmente per me che non ci sono abituato!) e dalle forme peculiari. In effetti Rotterdam è ben nota per la sua architettura pazzerella e moderna. Per raggiungere l’hotel dove avremmo trascorso qualche notte, passiamo davanti al municipio della città, uno dei pochi edifici non così giovane, diciamo. Dopo qualche decina di minuti e un paio di giri attorno all’edificio dell’hotel, senza riuscire a trovarne l’ingresso, finalmente riusciamo a salire e trascorriamo la nostra prima notte nei Paesi Bassi.

Il giorno seguente, noleggiamo un paio di biciclette dall’hotel e partiamo a visitare la città sfruttando le fantastiche piste ciclabili olandesi, commettendo però qualche infrazione (è bene studiarsi in particolare la segnaletica orizzontale delle piste ciclabili, per non finire contromano!).

Che bel modo di visitare la città! Veloce, pratico, divertente, economico e a Rotterdam, pure molto sicuro! In futuro vorrei visitare altre città in questa modalità, ma temo che sia fattibile solo in certi Paesi più urbanisticamente evoluti e civili.

Passiamo sopra ai ponti più importanti della città: per primo l’Erasmusbrug, un ponte sospeso bianco che unisce le 2 parti della città separate dal fiume Nieuwe Maas. Fu costruito negli anni ‘90 con un solo pilone inclinato a sostenerlo, il che accentua il caratteristico stile moderno di Rotterdam. Il nome è composto da Erasmus, in onore di Desiderius Erasmus Roterodamus, anche detto Erasmo da Rotterdam e brug che significa ponte (quella g in nederlandese va pronunciata come una h con un po’ di gargarismi, purtroppo è un suono completamente alieno per noi italiani).

Dopo aver vagato in bici per un po’ attraversiamo il ponte Koninginnebrug, un ponte basculante che ci permette di raggiungere la Noordereiland, un’isoletta circondata dalle impetuose acque del fiume Maas. Mentre attraversiamo, non possiamo che ammirare anche il monumento storico, l’ex ponte ferroviario noto come De Hef, non più utilizzato, fu costruito per collegare Amsterdam ed il Belgio con il treno, senza dare intralcio all’intensa attività navale di Rotterdam.

Per chiudere l’anello e attraversare di nuovo il Maas dalla Noordereiland, attraversiamo un altro ponte sospeso con 2 torri di acciaio verniciate di rosso, il Willemsbrug, costruito negli anni ‘80. Un ponte molto bello, purtroppo destinato a rimanere eclissato dal più giovane ed imponente Erasmusbrug.

Raggiungiamo il mercato centrale di Rotterdam, un edificio stilosissimo e pieno di negozi di importazione e ristoranti delle varie cucine del mondo. Dato che appreziamo la cucina giapponese, non possiamo che provare il rāmen di Takumi. Veramente eccellenti e introvabili nella mia provincia (si, sono solo un provincialotto infondo) a quel livello.

Con il senno di poi non abbiamo sfruttato il tram di Rotterdam, peccato perchè mi hanno convertito ai tram in Nederland! Voglio i tram ovunque: sono comodi, veloci, sicuri, silenziosi, ecologici, economici, è facile salire e scendere e trovarsi direttamente di fronte alla destinazione senza salire e scendere con ascensori o scale mobili ed in più si vede dove si sta andando! Come se non bastasse emettono dei suoni divertenti.

Altre foto di Rotterdam dopo il ritorno da Delft:

Delft 31 Agosto

Decidiamo di visitare Delft, un paese che credo non sia troppo mainstream, ma che vale veramente la pena di visitare. È un paese molto tipico, con un gran numero di canali navigabili, traffico via auto inesistente nel centro cittadino, un sacco di gente, ma al tempo stesso pochissimo rumore urbano e una gran quiete. Un paese dove puoi raggiungere qualsiasi destinazione semplicemente a piedi, in bicicletta o in barca, come torna meglio! A Delft vengono prodotte delle tipiche porcellane bianche decorate con inchiostro blu.

Abbiamo visitato un tipico mulino a vento olandese che si trova seguendo la strada principale appena fuori dalla stazione del treno. Tra l’altro anche la sola stazione ferroviaria di Delft vale la pena di vedere: i binari si trovano sotto terra e un lungo tunnel passa sotto a tutto il paese, evitando di dividerlo in due metà e l’edificio della stazione è modernissimo e di vetro.

Poi ci siamo recati nel centro storico, dove si ergono alcune chiese con campanili particolari: uno di questi è leggermente pendente o “pisano” come ci piace marcare scherzosamente, mentre un altro ha un grande orologio dorato. L’interno delle chiese nei Paesi Bassi è generalmente molto scarno, sono chiese molto umili e povere, proprio da manuale protestante luterano.

Molto carino il mercato che ha luogo nella piazza principale, compresa tra lo storico municipio e una chiesa con il secondo campanile più alto dei Paesi Bassi (il primo si trova ad Utrecht). In questo mercato venivano vendute molte leccornie a prezzi molto convenienti. In genere in Olanda ci si aspetta di trovare costi maggiori rispetto all’Italia, ma in certe situazioni la differenza non è così marcata, anzi.

Purtroppo nel pomeriggio mi prende un tremendo mal di schiena, probabilmente causato dal peso del mio zaino che mi toccava di portarmi appresso, o forse era già un sintomo del COVID19, che mi avrebbe mandato KO pochi giorni dopo. Ciò ha richiesto l’acquisto di una pomata analgesica di marca famosa, presso la famosa catena di parafarmacie olandese, Etos.

Den Haag 1 Settembre

Deciso di visitare Den-Haag o l’Aia in italiano, prendiamo lo stesso treno che ci aveva portato il giorno prima a Delft, ma procediamo oltre per raggiungere la stazione di Den-Haag Centraal. Usciamo dall’edificio e già si capisce che la storiaca città dell’Olanda non dorme sulla spinta di un fasto passato remoto, ma continua ad investire nel presente e nel futuro, con l’ormai nota architettura moderna che ha anche Rotterdam, ma meno spinta. Mangiamo al 5 guys, nota catena di fast food americano, ma non ne resto positivamente colpito e credo che continuerò ad evitare i fast food.

A questo punto la stanchezza (ed il COVID19, ma noi ancora non lo sappiamo), si fanno sentire e decidiamo di provare il tram. Saliamo e ci facciamo trasportare per diverse fermate. Inaspettatamente passiamo di fronte al palazzo della Pace dell’Aia, anche sede della Corte internazionale di giustizia dell’Aia.

Il tram arriva quasi al capolinea e scendiamo a Scheveningen, famosa località marittima dei Paesi Bassi, così tanto per vedere com’è il Mare del Nord. Superate le dune che proteggono la città dal mare, ecco che rimango sbalordito da quelle spiagge immense, ma anche dalla quantità incredibile di esercizi commerciali ben distribuiti lungo un bel viale e da quel molo in lontananza… Scheveningen mi piaciuto molto come posto, è veramente ben curato, l’unica cosa di cui ci si può lamentare è il meteo o il clima olandese che in genere è caratterizzato da quei cieli grigi che si vedono anche nelle foto.

Proprio ai piedi del maestoso palazzo Kurhaus di Scheveningen, troviamo un piccolo LEGO store che visitiamo e poi ci rechiamo sul grande molo che si trovava ormai a pochi passi per ammirare la grande ruota panoramica, il bungee jumping, la zip line ed il grigio Mare del Nord. Ovviamente anche il molo a due piani pullula di attività commerciali.

Amsterdam 1-3 Settembre

Da Den Haag Centraal abbiamo preso il treno e abbiamo preso la coincidenza all’aeroporto di Amsterdam, che abbiamo velocemente visitato e poi siamo ripartiti alla volta della famosa ed enorme stazione di Amsterdam centraal. Mio fratello aveva già la febbre a questo punto, ma non era troppo alta, quindi ingenuamente pensiamo a qualcosa di leggero, un po’ di stanchezza, che sarà mai. Aspirina e via.

Purtoppo, arrivati in hotel la febbre era salita, quindi inizio a pensare che si possa trattare di COVID19, quindi esco a cercare i tamponi nei vicini mini market, ma senza successo. Riesco però a trovare il paracetamolo, utile per abbassare la febbre. Siamo così rimasti tutto il tempo in hotel, con mio fratello che aveva la febbre alta in un hotel piuttosto brutto tra l’atro, con stanzine piccolissime e zero vista dalla finesta. Toccherà frugarsi di più per avere qualcosa di meglio la prossima volta…

L’ultima mattina, mio fratello si sente meglio e decidiamo di uscire per visitare almeno qualche via del centro di Amsterdam, ma a mezzogiorno inizio a sentirmi veramente spossato, mi siedo su una panchina e lascio passare una mezz’ora. Una volta che mi sono ripreso, a piccoli passi riesco a raggiungere la metro e quindi a tornare all’hotel dove avevamo lasciato le valigie. Avevo la febbre alta anche io… via di paracetamolo! Arranco fino al tram e poi alla stazione, prendiamo il treno ed è già il tempo di lasciare Amsterdam. Data la mia condizione non vedo l’ora di essere a casa, ma mi tocca attendere qualche ora in aeroporto e poi in aereo. Guarirò dal COVID19 solo dopo una settimana abbondante. Purtroppo per me la cosa non sarà finita così, ma questa è un’altra storia.

Che dire di Amsterdam… non siamo riusciti a visitarla per infezione da SARS-COV2, probabilmente contratto in aeroporto all’andata… meglio mettere le mascherine in aereo e all’aeroporto, altrimenti rischiate di rovinare le vostre vacanze. Le poche foto testimoniano che abbiamo visto meno dell’essenziale e quindi sarà necessario tornare per farsi una opinione. Il giudizio resta quindi in sospeso. Maledetta COVID19.