• Autore:   Elia Argentieri
  • Ultima modifica:   4 nov 2023 23:59
  • Redazione:   4 gen 2022 11:19
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Stavolta voglio scrivervi un qualcosa di più personale. Si tratta del mio percorso universitario iniziato con l’immatricolazione avvenuta quella ormai lontana estate del 2014, che sarebbe dovuto terminare tre anni dopo, trattandosi di una laurea triennale. Per una pratica che reputo quantomeno discutibile, l’Università di Pisa (e non è la sola in questo) non divulga pubblicamente le statistiche che descrivono lo stato di salute del corso di laurea. Dati come il tempo medio per uscirne vivi con laurea, la percentuale di sopravvivenza o il grado di soddisfazione degli studenti prima della laurea (altrimenti siamo buoni tutti!).

È un peccato che non vengano registrati altri dati come la percentuale di malattie mentali entro 10 anni dall’esposizione all’ambiente universitario. Forse si scoprirebbe qualcosa di interessante…

Comunque, il mio percorso è stato caratterizzato da alti e (molti) bassi. Fino a 2 o 3 anni fa, le cose andavano tutto sommato bene. Progredivo lentamente, ma progredivo. Poi le cose sono andate deteriorandosi.

Attualmente ho da dare un ultimo esame e da cominciare la tesi (o tirocinio) prima di completare la triennale di informatica. Il problema è che sono esausto. Non ne posso più di esami, professori, libri e colleghi studenti. Mi manca la motivazione per continuare. L’informatica mi piace, ma ormai mi sono convinto di non essere compatibile con l’ambiente accademico competitivo proposto dall’EsamificioUniversità. Sono ormai due anni che striscio lentamente, agonizzante verso un traguardo che sembra allontanarsi ogni volta che faccio un passo in avanti.

Due anni fa provai a dare introduzione all’intelligenza artificiale e nessuno dei due tentativi andò a segno. Nel frattempo ripresi a studiare calcolo numerico, un altro esame tosto che avevo provato a passare l’anno prima senza successo. Avendo già seguito tutti i corsi, invece di seguirli di nuovo da capo, iniziai a studiare alla biblioteca pubblica con alcuni miei amici. Non posso dire che tutto filasse bene già allora, perchè mi sentivo stupido e senza speranze. Un corso che sarebbe dovuto durare solo 3 anni, stava diventando un tunnel senza fine.

Poi scoppiò la pandemia di COVID-19 e con questa smisi di recarmi fisicamente all’Università. Smisi di andare in biblioteca. Smisi di studiare. Mentre gli altri continuavano a proseguire nei loro scopi, io non ne avevo le forze. Per qualche mese ho tentato di restare a galla, ma con l’ennesima bocciatura nell’appello estivo, ho mollato tutto. Non me ne fregava più nulla. Solo che non era vero. Ci stavo male e come. Nonostante ciò mi ero convinto di abbandonare gli studi a 4 esami dal traguardo. Dopo mesi di vuoto totale e dopo aver disertato un intero appello, mia madre mi ha convinto a tentare di nuovo e proseguire.

A Gennaio ho superato calcolo numerico, un’amara vittoria, se considero tutto il tempo che ci ho speso per superarlo, ma almeno mi restavano 3 esami.

Dopodichè ho deciso di provare a studiare Elementi di Calcolabilità e Complessità. Si tratta di un esame (e di un professore) che polarizza le opinioni degli studenti in chi lo ha amato e chi lo ha odiato. Resta uno degli esami più difficili di tutto il corso. Purtroppo non ce l’ho fatta e sono ricaduto nello stato di qualche mese prima.

Così durante l’estate ho deciso di riprendere l’unico esame che mi dava un po' di speranza tra quelli rimanenti: gestione di rete. Durante l’estate ho preparato il progettino richiesto per superare l’esame (nel mio caso una dimostrazione di alcune tecniche di monitoraggio di serie temporali) e ho rimandato a settembre la parte orale.

Nel frattempo ho ripreso intelligenza artificiale, rendendomi presto conto che gran parte della fatica fatta prima della pandemia era andata sprecata, avendo dimenticato molte parti del programma. Così con molta fatica, ho studiato in modo molto raffazzonato e memorizzato un sacco di definizioni e astrazioni in poco tempo e senza capirle, giusto per passare l’esame e dimenticarle subito dopo. Non dovrebbe essere così. Mi interessava l’intelligenza artificiale, ora non la sopporto…

Aggrappandomi alle sfuggenti memorie pre-pandemia, ho sostenuto la prova scritta in remoto. Arrivano i risultati e… bocciato di nuovo. Non è possibile. Non sono proprio in grado di combinare nulla, pensai. Mi sono chiuso in camera, ho aperto Steam e ho preso a giocare a ruota a tutti quei titoli che avrei voluto completare, ma non ne avevo ancora trovato il tempo. Per fortuna dopo pochi giorni, mi arrivò la comunicazione che era stato commesso un errore di correzione e che la mia prova era risultata sufficiente. Tuttoggi non sono cosciente delle emozioni che ho provato in quel momento. Ho fissato il monitor del computer per diversi minuti, prima che il cervello avesse una qualche reazione. Ne positiva, nè negativa, nulla. Forse ero contento di averlo superato, ma sicuramente scocciato dal fatto di aver buttato giorni preziosi per prepararmi meglio per la prova orale incombente. Così in uno o due giorni ripassai super velocemente tutto il programma, aggrappandomi a quei ricordi appannati di 2 anni prima. Riuscii a superare anche questa prova. Mancavano 2 esami.

Dopo qualche settimana ho sostenuto e superato pure l’orale di gestione di rete. Pensavo che sarebbe stato meno faticoso. Una materia che mi piaceva avrebbe dovuto rendere più agevole lo studio, ma non ho reso quanto mi sarei aspettato. Comunque manca un solo esame.

Elementi di Calcolabilità e Complessità. Un bel titolo. Mette pure in soggezione. L’anno scorso ho provato a studiarlo, ma non mi sembra di aver compiuto progressi nella comprensione della materia. Le risorse sono scarse e di bassissima qualità per stessa ammissione del professore che ha prodotto il materiale. Secondo la sua visione del mondo, bisognerebbe seguire il suo corso. Il problema è che ci ho già provato 2 volte, senza riuscire a seguire i ragionamenti, finendo ben presto per perdere la concentrazione e l’energia per seguirlo fino in fondo.

Altri corsi e libri su internet espongono la materia diversamente e non è per niente facile riuscire a ricollegare una spiegazione con l’altra. Mi spetta un lavoro mastodontico che nemmeno con la stele di Rosetta…

CHE PALLE! NON NE POSSO PIÙ!

Non mi resta che ricacciare tutto ciò che ho scritto da dove è venuto e tirare avanti. Non cedere alle pressioni e alle aspettative proprie e degli altri. Vivere male insomma, da bravo studente dell’UniPi.

Non so se dovrei pubblicare un testo del genere. D’altra parte sono un uomo e ho le mie debolezze. Spero solo che tutto questo serva come sfogo, come modo per riorganizzare il pensiero, ripensare e ragionare sul passato per un futuro migliore. Mha… se non altro ho scritto qualcosa su questo blog che tanto mi sta a cuore per qualche motivo che non capisco neppure.

Proprio per questi motivi, eccomi qua, con l’intensione di iniziare a pubblicare articoli riguardanti argomenti di complessità e calcolabilità. Forse quella forza che mi spinge a ricercare e a scrivere questi articoli, mi aiuterà a progredire, o forse si renderà un semplice espediente per mettermi finalmente a studiare, dopo mesi di procrastinazione. La strategia è quella di cercare di scrivere un piccolo articolo al giorno, dove spiego un concetto per volta. Questo potrebbe aiutarmi a dividere questo grande ostacolo in un tanti più piccoli e gestibili.

Grazie per avermi sopportato fin qui. Mettiamoci al lavoro!