• Autore:   Elia Argentieri
  • Ultima modifica:   21 nov 2022 15:01
  • Redazione:   11 ago 2022 16:54
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Dovete sapere che nel mese di Marzo, sono stato alla mostra “Antiche Camelie della Lucchesia”. Consiglio a tutti di partecipare a questo evento che si tiene ogni anno a Marzo a Sant’Andrea di Compito, Capannori in provincia di Lucca. Durante questo evento è possibile ammirare il Camellietum Compitese in fiore che è davvero uno spettacolo.

Al Camellietum Compitese, potete trovare centinaia di cultivar diversi di Camellia Japonica che possiamo ammirare in fiore nei mesi di Marzo - Aprile e alcune di Camellia Sasanqua, che invece fiorisce in autunno. Queste piante hanno solo scopo ornamentale.

Inoltre potete trovare un’altra specie di Camellia: la Camellia Sinensis, ovvero la pianta le cui foglie infondiamo in acqua calda per ottenere il tè. Si tratta di una piccola coltivazione, ma rarissima in Italia: secondo le mie ricerche esistono 2 luoghi dove si coltiva la Camellia Sinensis: nel Nord Italia vicino al lago di Como e a Sant’Andrea di Compito a Lucca.

Ovviamente, durante l’occasione non potevo farmi mancare l’acquisto di una Camellia Sinensis. Già qualche anno fa tentai di far germinare alcuni semi di Camellia Sinensis comprati su Internet. Inutile dire che non è nato un bel niente da quei semi vecchi e marci. Inoltre è una pianta notoriamente difficile da far germinare e richiede molta pazienza (ci potrebbe volere più di un mese per la germinazione e fino a 3 anni la pianta non produce). Finalmente mi sono tolto questo piccolo sfizio! Dato che la pianta che ho acquistato dovrebbe avere circa 2 anni, il prossimo anno potrò cogliere le prime foglie di tè e quindi probabilmente potrò produrre il primo tè di tutto il paese in cui vivo!

Spero anche di riuscire a clonare la pianta tramite talea o margotta. Per la talea basta tagliare un rametto della pianta, lasciargli poche foglie (altrimenti evapora troppa acqua e il rametto si secca) e metterlo in terra finché non radica. Per aumentare il tasso di successo è bene usare gli ormoni radicanti. La margotta, invece consiste nel tagliare un rametto, ma non del tutto, lasciando metà attaccato alla pianta. Si mette poi un sacchetto con la terra e gli ormoni radicanti attorno al taglio. Quando spuntano le radici, si taglia completamente il ramo e abbiamo ottenuto una nuova piantina. Il vantaggio è che la pianta madre può continuare ad alimentare il clone, accelerando il processo.

La pianta sta procedendo bene, però nei mesi di giugno e luglio l’ho considerata di meno, a causa dei lavori di ristrutturazione della casa. L’ho comunque annaffiata ogni giorno, nonostante ciò sono comparse delle macchie brune e rossastre su molte foglie. Segno che qualcosa non va. Ho pensato a quali potessero essere le cause: potrebbe essere dovuto all’esposizione solare eccessiva, oppure troppo un clima troppo caldo, oppure un’infezione fungina, oppure ancora all’acqua dell’acquedotto comunale che è troppo dura e alcalina: due cose che non piacciono per niente alle piante acidofile come le camelie, ortensie, gardenie, magnolie e altre. Per questo riprenderò ad annaffiarla con l’acqua filtrata con l’osmosi inversa (così da eliminare gli ioni di cloro, sodio, calcio e magnesio presenti in eccesso nell’acqua). Per ovviare al problema dell’acidità usiamo una pacciamatura con aghi di pino e corteccia di pino (due elementi abbondanti in zona) e concimazioni frequenti con fondi di caffè e tè verde usato.

Comunque cercando su internet non si trovano molte informazioni. Alla fine ho fatto una ricerca scrivendo in giapponese “茶の病気” (cha no byōki), ovvero malattie del tè e ho trovato una pagina del sito della prefettura di Kyōto. Lì di camellia sinensis se ne intendono senz’altro! Per intenderci Uji, luogo di produzione del matcha più antico del Giappone, si trova proprio nella prefettura di Kyōto. Credo che la malattia che ha colpito la mia pianta sia la numero 4, ovvero la cosidetta 黒葉腐病 (kuroha gusare byō), o malattia del marciume foliare nero.

Pare che si tratti di una malattia fungina che si manifesta facilmente tra giugno e settembre durante lunghi periodi di pioggia. Escludendo la pioggia, vista l’estate siccitosa di quest’anno, restano le mia annaffiature che evidentemente sono state troppo abbondanti e troppo frequenti. Proverò ad annaffiarla una sola volta ogni 2-3 giorni, sperando che questo basti a salvare la pianta.

Sperando che la pianta giunga al prossimo anno sana e salva, l’idea sarebbe quella di produrre piccolissime quantità di tè. Poiché dovrò lavorare bene le foglie di tè per poter gustare una buona infusione, inevitabilmente la mia curiosità a riguardo del processo di produzione del tè è aumentata molto.

Le principali categorie di tè (inteso come infuso di Camellia Sinensis) sono queste:

  • tè verde
  • tè oolong (chiamato anche tè blu)
  • tè nero (chiamato tè rosso in Cina e Giappone 「紅茶」)
  • tè bianco
  • tè giallo
  • tè post-fermentato (tè Pu’er, dal nome della contea cinese, chiamato tè nero in Cina)

Ed ecco una comoda infografica che riassume la differenza nel processamento delle foglie di tè per ottenere i vari tipi di bevanda:

Diagramma delle fasi del processamento delle foglie di tè.
  L'immagine originale viene da Wikipedia, la traduzione è opera mia.
Diagramma delle fasi del processamento delle foglie di tè. L'immagine originale viene da Wikipedia, la traduzione è opera mia.

Sappiamo già che il tè è un mondo molto vasto. Come possiamo vedere, ciò è in parte dovuto alle infinite varianti che possiamo apportare al processo di produzione del tè. Dato che una piantina, come quella che ho preso, arriva a produrre pochi grammi di foglie all’anno, forse riuscirò ad infondere poche tazzine di tè. Anche perché dopo il l’essiccazione il peso diminuirà ancora.

Vedremo il prossimo anno.


Aggiornamento 21/11/2022: purtroppo la pianta non ce l’ha fatta a sopravvivere alla malattia che l’ha colpita, ha perso tutte le foglie ed è rimasto uno scheletro secco di legno. Mi è dispiaciuto molto… il prossimo anno comprerò una pianta nuova e ci riproverò, facendo molta più attenzione a non esagerare con le annaffiature.

Facendo ulteriori ricerche sul tema ho trovato alcune informazioni interessanti: