• Autore:   Elia Argentieri
  • Ultima modifica:   26 gen 2021 01:52
  • Redazione:   7 feb 2015 20:18
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OpenBazaar è un programma scritto in Python (si va di moda) rilasciato su licenza MIT, che implementa una nuova rete decentralizzata che sfrutta le più recenti tecnologie distribuite come bitcoin e bittorrent, per mettere in comunicazione qualsiasi mercante con qualsiasi acquirente in qualsiasi parte del mondo, ma anche di permettere l’acquisto e la vendita di qualsiasi bene senza nè intermediari nè truffe.

Questa rete è come un bazar fisico: la gente si può incontrare e può concludere i più disparati affari, come si faceva prima della rivoluzione informatica, il tutto a migliaia di chilometri di distanza con la protezione di un sistema crittografico all’avanguardia a difesa dalla privacy e della sicurezza degli acquisti. Su OpenBazaar si è completamente pseudonimi e le informazioni per la spediazione vengono inviati solo al venditore e solo al momento dell’acquisto.

Ovviamente c’è anche un sistema che ci permette di acquistare e vendere avendo delle garanzie. Come può l’acquirente pagare il venditore senza avere una garanzia di ricevere ciò che ha pagato? Ecco che entra in campo una terza parte: un arbitro. L’arbitro entra in gioco soltanto se l’acquirente o il venditore hanno qualche problema, anche se devo ancora capire nei dettagli il funzionamento. La spiegazione di base è che, al momento del pagamento, i bitcoin dell’acquirente rimangono bloccati e servono almeno 2 firme digitali su 3 (acquirente, venditore e arbitro) per sbloccarli.

L’ho provato e sembra molto promettente, anche se al momento è pieno di bug e ci sono soltanto una decina di venditori di cui solo un paio vendono realmente.