• Autore:   Elia Argentieri
  • Ultima modifica:   23 gen 2021 16:45
  • Redazione:   6 feb 2016 18:30
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Scrivo queste poche righe a seguito di un articolo comparso su Phoronix ormai un paio di mesi fa e riguardante il futuro dei videogiochi liberi.

A quanto pare, secondo la maggior parte dei lettori di Phoronix, i videogiochi liberi ed i motori grafici liberi starebbero scomparendo. Leggendo i commenti, secondo alcuni, la causa principale è imputata alla comparsa del negozio virtuale Steam in territorio GNU/Linux che sta facendo approdare numerosi titoli proprietari sul sistema operativo libero. Secondo altri la causa è data dal fatto che sviluppare un gioco libero (loro dicono open source) non è fattibile per via dei costi di sviluppo e la carenza di volontari e risorse e perché non ci sono aziende pronte a investire su un videogioco che non garantirebbe alcun tipo di vantaggio, come invece avviene per altri programmi “normali” (un videogioco è un programma molto speciale perché non è fatto solo di righe di codice, ma anche di grafica, audio e arte in generale).

Secondo me invece i giochi liberi non stanno affatto morendo e non moriranno proprio per definizione. La libertà ha un significato forte, anche in ambito informatico e ciò consente a giochi molto datati, di essere ancora molto attivi e di rinnovarsi ad ogni nuova versione.

Al contrario i giochi proprietari subiscono solitamente un abbandono precoce da parte degli sviluppatori troppo impegnati a sviluppare il titolo successivo, causando l’abbandono da parte della stessa comunità di videogiocatori.

Gli sviluppatori di videogiochi proprietari l’hanno ormai capito: tanto è vero che ogni gioco moderno che si rispetti ha incorporato un editor di livelli o un sistema di “mod” che fa si che la comunità non abbandoni il gioco col passare degli anni con il vantaggio del costo ridotto perché non sono più gli sviluppatori a creare i contenuti, ma gli utenti.

Un videogioco libero nasce da una comunità e si sostiene grazie ad essa. La parte difficile è creare una comunità senza disporre dei grandi mezzi pubblicitari delle grandi aziende di videogiochi, ma non esageriamo, perché alla fine può succedere che un buon prodotto si pubblicizzi anche da solo.

Sicuramente i videogiochi liberi sono più indietro delle controparti proprietarie, perché mancano risorse, perché non c’è pubblicità, però non direi affatto che stiano scomparendo, anzi.

Credo che uno dei limiti più grandi allo sviluppo di videogiochi liberi sia stato anche Mesa, l’implementazione libera di OpenGL. Adesso la situazione è molto migliorata e Mesa ha sempre di più tutte le carte in regola. Entro la fine di quest’anno ci possiamo tranquillamente aspettare OpenGL 4.3 o addirittura qualcosa di più. Un esempio che mi viene in mente è 0 A.D. che qualcuno ha portato in OpenGL 4 che fino a qualche tempo fa avrebbe precluso la possibilità di giocare a 0 A.D. con i driver liberi, mentre oggi c’è una speranza.

Per riassumere: la situazione non è del tutto rosea, ma sta migliorando, non peggiorando.