• Autore:   Elia Argentieri
  • Ultima modifica:   23 gen 2021 16:45
  • Redazione:   18 mag 2016 21:06
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L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. (Articolo 1 della Costituzione italiana)

È da molto tempo che avrei voluto scrivere questo articolo, così tanto che nel frattempo mi ero convinto di averlo già pubblicato…

Comunque, perché ho citato l’articolo 1 della Costituzione? Perché si basa su almeno un principio obsoleto. Perché in realtà anche voi che state leggendo questo articolo state per diventare obsoleti. Preparatevi all’inevitabile. Nessuno vi salverà…

Lasciando da parte il cinismo, ecco l’argomento di questo articolo: lavoro ed automazione.

La realtà è questa: le macchine si sostituiranno pian piano al lavoro dell’uomo perché costano meno, si lamentano meno, non hanno diritti, morale o etica. Dobbiamo abituarci e rassegnarci al fatto che i tassi di disoccupazione saliranno perché lo scopo della tecnologia è proprio quello di ottenere di più con meno risorse. Pretendere o aspettarsi che qualcuno “crei lavoro” dall’alto, mentre investiamo tantissimo nella tecnologia mi sembra stupido ed inefficiente poiché finalizzato al solo perpetrare dell’attuale sistema. In altre parole, non è che una toppa su un problema più grande.

È ovvio che chi lavora nei settori ad alta tecnologia, toglierà lavoro a chi lavora meno efficientemente e ci sarà sempre meno richiesta di lavoro e sappiamo già che la soluzione non è il Luddismo. Di esempi ce ne sono quanti se ne vuole, posso citare le Google Cars che manderanno a casa gran parte dei taxisti, o le reti neurali che manderanno a casa molti giornalisti, o i droni-corrieri di Amazon o la fabbrica di Lego, o… non credo ci sia bisogno di andare avanti. In fondo nell’immaginario collettivo in ogni futuro non distopico che si rispetti, le macchine lavorano al posto dell’uomo.

Il fatto che certi tipi di lavori vengano eliminati non è affatto un male, anzi. Molti lavori sono pericolosi, basta vedere le statistiche dei morti sul lavoro. Il fatto che le macchine lavorino al posto nostro, ridurrebbe gli incidenti sul lavoro. In molti casi il lavoro arriva ad occupare la maggior parte del tempo di vita di un individuo. Grazie ai robot anche questo non è più necessario, anzi causa ulteriore divisione sociale tra chi si sfonda di lavoro e chi non fa niente. Riducendo le ore settimanali di lavoro, credo si possa aumentare l’occupazione senza penalizzare la produzione.

Tornando alla Costituzione, mi chiedo come possa una nazione basarsi su uno stato fondato sul lavoro, quando questo non cesserà di esistere, ma verrà fortemente trasformato e ridimensionato. Sicuramente ci aspettano forti cambiamenti sociali, che oggi non riteniamo neanche possibili, proprio perché ciò su cui si basa lo stato stesso sta cambiando.

Nel frattempo ci tocca andare a lavoro per campare, gettando parte dei compensi che ci guadagniamo in un buco nero che sicuramente collasserà tra non molto, ma questo è un altro problema.

Se l’argomento vi interessa, allora posso consigliarvi di leggere un semplice libro intitolato “I Robot ti ruberanno il lavoro, ma va bene così” che vi illustrerà a grandi linee ciò che avverrà e ciò che sta accadendo oggi, ovvero l’automazione su ampia scala. L’autore del libro è Federico Pistono, un giovane imprenditore futurista italiano che ho “conosciuto” tramite alcuni suoi post interessanti su Google+ quando ancora lo usavo.

Questo articolo verrà seguito, nell’ordine con cui ho scoperto i vari argomenti, da altri articoli in cui vi parlerò della nostra società, della nostra cultura, di come la razza umana si sia organizzata su questo pianetino in un angolo della Via Lattea e non solo. Un po’ di tutto insomma.

Nel frattempo, buona lettura!